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Questo piccolo ristoro.
Sol la morte, o mio tesoro,
Il mio pianto può finir!
Elv. (Ah! dovè lo sposo mio?) (senza esser vista)
Lep. (Se mi trovan son perduto.)
Elv. e Lep. Ma la porta là vegg’io.
Chet chet io vo’ partir.
(Lep. nell’uscir s’incontra con Mas. e Zer.
scena ix.
Masetto con bastone Zerlina e Detti
Ecco il fellone... la faccia)
Anna. Ott. Com’era qua!
Ah! mora il perfido che m’ha tradito.
Elv. È mio marito... Pietà! pietà!..
Anna, Zer., Ott. e Mas.
Appena il credo... No no, morrà.
Lep. Perdon, perdono - signori miei;
Quello non sono - sbaglia costei...
Viver lasciatemi per carità?
Gli altri Dei! Leporello!... Che inganno è questo?
Stupid resto! - che mai sarà?
Lep. (Mille torbidi pensieri
Mi s’aggiran per la testa...
Se mi salvo in tal tempesta
E un prodigio in verità.)
Gli altri (Mille torbidi pensieri
Mi s’aggiran per la testa..
Che giornata, ho cielo, e questa!
Che impensata novità!) (Anna parte)
Zer. Dunque quello sei tu che il mio Masetto (a Lep. con
Poco fa crudelmente maltrattasti? furia)
Elv. Dunque tu m’ingannasti, o scellerato,
Spacciandoti con me per don Giovanni?
Ott. Dunque tu in questi panni
Venisti qui per qualche tradimento!
Elv. A me tocca punirti.
Zer. Anzi a me.
Ott. Tocca a me.
Mas. Accoppatelo meco tutti tre.
Lep. Ah! pietà, signori miei
Do ragione a voi.., a lei...
Ma il delitto mio non è.
Del padron la prepotenza
L’innocenza mi rubò
Donna Elvira! compatite,
Voi capite come andò.
Di Masetto non so nulla,
Vel dirà questa fanciulla.
E un’oretta incirca incirca
Che con lei girando vo.