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Gio. (fingendo di uccidere qualcheduno)
Ah! eh! ih! ah! ih! ah! sei morto...
Elv. (fuggendo con Lep.) Oh Numi!
Gio. Ih! ah! Par che la sorto (ridendo)
Mi secondi. Veggiamo:
Le finestre son queste. Ora cantiamo. (canta,
accompagnandosi col mandolino)
Deh! vieni alla finestra, o mio tesoro,
Deh! vieni a consolar il pianto mio.
Se nieghi a me di dar qualche ristoro,
Davanti agli occhi tuoi morir vogl’io.
Tu che ai la bocca dolce più del miele
Tu che il zucchero porti in mezzo al core,
Non esser, gioia mia, con me crudele,
Lasciati almen veder, mio bell’amore!
V’è gente alla finestra. Forse è dessa...
Psi, psi...
scena. iv.
Masetto e Contadini armati di fucili e Bastoni; Don Giovanni.
Che trovarlo dobbiam.
Gio. (qualchuno parla)
Mas. Fermatevi: mi pare (ai contadini)
Che alcuno qui si muova.
Gio. (Se non fallo è Masetto.)
Mas. Chi va la?... Non risponde. (ai suoi)
Animo, schioppo al muso
Chi va là?
Gio. (Non è solo:
Ci vuol giudizio.) Amico, (cerca di imitare la voce
(Non mi voglio scoprir,) Sei tu Masetto? di Leporello)
Mas. Appunto quello. E tu? (in collera)
Gio. Non mi conosci? Il servo
Son io di don Giovanni.
Mas. Leporello!
Servo di quell’indegno cavaliere!
Gio. Certo di quel briccone
Mas. Di quell’uom senza onore! Ah dimmi un poco
Dove possinm trovarlo?
Lo cerco con costor per trucidarlo
Gio. (Bagattelle! Bravissimo Masetto!
Anch’io con voi m’unisco.
Per faglierla a quel birbo di padrone.
Ma udite un po’ qual è la mia intenzione.
Metà di voi qua vadano.
E gli altri vadan là.
E pian pianin lo cerchino,
Lontan non sta di qua.
Se un uom e una ragazza
Passeggian per la piazza
Se sotto a una finestra
Fare all’amor sentite,