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Caro il mio Leporello! Or io con lei

Vo’ tentar la mia sorte, ed ho pensato,
Giacchè siam verso sera.
Per aguzzarle meglio l’appetito
Di presentarmi a lei col tuo vestito.
Lep. E perché non potreste
Presentarvi col vostro?
Gio.   Han poco credito
Con gente di tal rango
Gli abiti signorili. (si cava il mantello)
Sbrigati, via.
Lep.   Signor, per più ragioni...
Gio. Finiscila, non soffro opposizioni.
(fanno cambio del mantello e del cappello)

scena ii.

Don Giovanni, Leporello e Donna Elvira alla finestra della locanda

Ah! taci, ingiusto core,

  Non palpitarmi in seno.
  È un empio, un traditore
  È colpa aver pietà.
Zitto... di donn’Elvira,
  Signor, la voce io sento.
  Cogliere io vo’ il nomento.(come sopra)
  Tu fermati un po’ là..
Elvira, idolo mio!...
Elv.   Non e costui l’ingrato?
Gio.   Sì, vita mia, son io.(Gio. si mette dietro a
Lep. e parla ad Elv.)

  E chieggo carità.
Elv. (Numi, che strano affetto
  Mi si risveglia in petto!)
Lep.   (State a veder la pazza,
  Che ancor gli crederà!)
Gio. Discendi, gioia bella!
  Vedrai che tu sei quella
  Che adora l’alma mia:
  Pentito io son già.
Elv. No, non ti credo, o barbaro.
Gio.   O credemi, o m’uccido.
Lep.   Se seguitate, io rido. (sottovoce)
Gio.   Idolo mio! vien qua.
Elv. (Dei, che cimento è questo!
  Non so s’io vado o resto....
  Ah! proteggete, o numi,.
  La mia credulità.)(entra)
Gio. (Spero che cada presto;
  Che bel colpetto è questo!
  Più fertile talento
  Del mio, no, non si dà.)