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alla musica degli altri paesi ed ora per alzar alle stelle il «chichirillare» di qualche seducente gallina. A dispetto delle lor ciance, fu si costante in New-York questo trasporto per la nostra musica, che pochissime furono le sere in cui non fosse pieno il teatro di una numerosissima e scelta udienza ; e anche ciò accadde, cred’io, per mancanza di flemma nel direttore spagnolo. Quanto interesse io prendessi nella continuazione e nella felice riuscita di tale impresa, è facile imaginarlo senza ch’io il dica. Io prevedeva bene quali e quanti vantaggi ne riceverebbe la nostra letteratura, e quanto si diffonderebbe la nostra favella per gli allettamenti del dramma italiano, che per tutte le colte nazioni del mondo è il piú nobile e il piú allettevole di quanti spettacoli l’ingegno umano ha inventato, e a perfezionamento del quale concorrono quasi a gara l’arti piú nobili.

Per quanto belle però e per quanto pregiate fossero l’opere poste in musica dal Rossini, mi parve che l’economizzarne le rappresentazioni e alternarle con quelle d’altro compositore stata sarebbe cosa utilissima, tanto per la fama del bravissimo Rossini che per la cassa degli intraprenditori. Una buona gallina è certamente una deliziosa vivanda; ma, replicatasi si spesso dalla marchesana di Monferrato a certo convito che diede al re di Francia, fu cagione che quel re domandasse se in quel paese non nascevano che galline. Ne parlai al Garzia: gli piacque il pensiero mio, e, all’udire ch’io gli proponeva il mio Don Giovanni messo in musica dall’immortai Mozzart, mise un altro grido di gioia, ed altro non disse che questo: —Se abbiam personaggi bastanti da dare il Don Giovanni , diamolo presto: è la prima opera del mondo. — Rimasi lietissimo a tal risposta, tanto perch’io ne sperava un ottimo effetto, quanto per un vivissimo desiderio, assai in me naturale, di vedere qualche mio dramma rappresentato in America. Esaminate tra noi le cose, si trovò che mancava alla compagnia un soggetto capace di cantar la parte di don Ottavio: m’incaricai di trovarlo io stesso, e lo ritrovai. E, perché l’impresario del teatro non voleva incontrar nuove spese, tra me, gli allievi e gli amici miei