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la grammatica del Corticelli (I, 170), e cioè le Regole ed osservazioni della lingua toscana del padre Salvatore Corticelli (Bologna, 1745 e infinite ristampe). — Trattenutosi a Vienna tre settimane, com’egli dice (I, 169), il D. I;, verso la fine del marzo o i principi dell’aprile 1792, tornava a Trieste, donde non poteva ripartir «subito» alla volta di Parigi (1, 171), se è vero che la sua partenza avesse luogo soltanto il 12 agosto di quell’anno (I, 176). Restò dunque a Trieste altri quattro mesi, durante i quali si détte alle sue occupazioni favorite: pubblicare, col velo dell’anonimo, versi diffamatorii (e sua vittima fu ancora una volta il De Coletti: I, 171 ; II, 164) e bruciare incensi a Citerá. Giacché dopo e non prima della sua breve corsa a Vienna a me par di scorgere che abbiano avuto inizio i suoi amori con la Nancy (I, 162-5), vezzeggiativo di Anna Celestina Elisabetta. Il cui padre, il «mercatante inglese» (I, 162), che invece era nato a Dresda (I, 230) e del quale, peraltro, il Pittoni (lettera al Casanova del 15 aprile 1794, in Molmknti, I, 237) dubitava che la Nancy fosse per davvero figlia, si chiamava Giovanni Grahl (I, 106; II, 42) o Krahl (Pittoni, lettera citata). Che fosse «ricco», non parrebbe dal modo in cui consegnò la figliuola al D. P. (I, 164, 176): il Pittoni, anzi, informava il Casanova che, poco dopo la partenza del D. P. da Trieste, il Grahl falli e scappò via; cosa che sembra fosse un’abitudine di famiglia, giacché a quell’altro suo figliuolo, di cui parla il D. P. (I, 163-4), e cioè a Pietro Grahl (II, 21, 23-4), accadde, alcuni anni piú tardi, in America, di farsi arrestare per bancarotta fraudolenta (II, 42). E fu forse tra l’aprile e l’agosto 1792 che il D. P. fece col futuro suocero e la Nancy una gita a Gorizia, ove incontrò quel Dorigutti, che gli aveva fatto perdere i denti a Vienna con l’acquafòrte (I, 106). — Circa la prima rappresentazione del Matrimonio segreto (I, 171), è falso che essa avesse luogo pochi giorni prima della definitiva partenza del D. P. da Trieste, e cioè nel luglio o agosto 1792: da una lettera inedita di Ferdinando IV di Borbone del io marzo 1792, responsiva a una del marchese del Gallo degli ultimi del febbraio (Arch. di Stato di Napoli, Carle Gallo , Vili, 62, ix), si desume invece che quell’opera fu data con successo straordinario al teatro di corte di Vienna due o tre giorni prima della morte di Leopoldo II, e cioè verso il 25 febbraio 1792 Posto ciò, è chiaro che la letterina del Casti e la risposta del D. P. (I, 171) sieno inventate di sana pianta. — E invenzioni del D. P. sono le tante cose che egli dice (I, 172, 266 n) del livornese Giovanni de Gamerra (17431803), l’autore della Coincide (i* ediz., Livorno, 1773; 2*ediz., Livorno, 1781, in 7 voli.) e di tanti «drammi lagrimosi» (Novo teatro del sig. Giovanni de Gamerra, tenente nelle armi di S. M. I., Pisa, 1789-90, 8 voli.); giacché, se è vero che il Gamerra venne a sostituire nel 1794 il Bertati, è falso sia che egli fosse chiamato a Vienna in aiuto del Casti, sia che, dopo «un anno», lo denunziasse quale giacobino; come, confutando appunto le asserzioni dapontiane, ha dimostrato, con documenti degli archivi viennesi, Ernesto Masi ( Giov . de Gamerra e i suoi drammi lagritnosi, in Nuova Antologia del i° marzo 1889, pp. 53-5).