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Gli fissai gli occhi in faccia senza parlare, e lasciai quella confetteria d’ipocrisia, battendomi il capo e gridando: — Ipocrita maledetto, è possibile, è possibile! —Noi vidi mai piú: ma parmi aver udito dire che anche costui fini male. Non potendo né vender il cavallo né passare le cambiali, comperai qualche mercanzia e ripresi la strada di Sunbury. Arrivato a Uu«certa altura, da cui si vede il villaggio di Orvisbourg, si rompono le due stanghe della sedia, i cavalli spaventati prendon la fuga, il fondo di quella radendo il terreno urta in uno sterpo che nella strada sorgea, in quel terribile cozzo balestrami sopra una zolla distante due braccia dal loco della rottura, ed io ne ho rotta una costa, infranto quell’osso che alla spalla sinistra congiunge il collo, e in piú di dodici lochi ferite e lacerate le membra. Un passeggierò pietoso mi porta a una casuccia vicina, di dove son trasportato a un albergo del loco, e da quello, dopo ventidue giorni di cura, sopra un fascio di paglia condotto a Sunbury. Quel letto per veritá era degnissimo d’un poeta coll’ossa rotte e colla borsa piú asciutta di quella d’un cercantino; perché il signor oste, che, al pari del signor confetturiere, era devoto della Madonna, per ventidue giorni d’ospitalitá m’avea fatto pagare cinquantasei piastre! Dio vi guardi, o miei cari lettori, da tali amici! Con tutte le attenzioni e le cure prestatemi in quella occasione da’ vari membri della famiglia, per piú di tre mesi sentii gli effetti fatali di quell’accidente. Incapace d’agire e privò in breve di fondi, mi vidi costretto ad abbandonare e il traffico e le operazioni, e a intaccar il mio capitaletto pel mantenimento non inconsiderabile della casa. Per doppia sventura, il tempo de’ pagamenti era giunto, e nessuno veniva a pagare. Cominciai allora ad aprire gli occhi, ma era giá troppo tardi. Il povero mio cognato non era piú a Sunbury qual io l’avea conosciuto a Trieste. La parte malsana di quel paese avea corrotto il suo buon carattere e indurato il suo cuore. I guadagni della sua professione, sebben molto considerabili, non bastavano alle passioni ed ai vizi da cui era predominato. Esaminando da presso le sue azioni, scopersi che il consiglio a me dato