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scepsi generica che gli storici di professione nutrono istintivamente contro tutte le autobiografie, ma anche con quella diffidenza specifica che ciascuna persona di buon senso non può dispensarsi dall’avere contro qualsiasi narrazione, per abile e ben condotta che sia, la quale nasconda in sé una mera allegazione avvocatesca. Tanto piú, che la dipintura, che di se stesso volle esibire il Da Ponte, come di un onest’uomo, ingenuo, fiducioso, inesperto, disinteressato, pronto sempre a render bene per male, e a cui, ciò non pertanto, gl’infiniti bricconi, imbroglioni e prepotenti, nei quali avrebbe avuta la sventura, sempre e dovunque, d’imbattersi, cosí nella sua gioventú come nella sua vecchiaia, cosí a Venezia, a Gorizia e a Vienna come a Londra, a Sunbury e a New-York, avrebbero giocato, quasi stretti da tacito accordo, i tiri piú infami ; non è precisamente di quelle che déstino la maggiore fiducia. E, per quanto egli accusi di volontario mendacio quel Giacomo Casanova (ri, col quale di recente è stato messo a confronto (ri e al quale, pur essendogli infinitamente inferiore per ingegno, pratica della vita e facoltá artistiche, somiglia in qualche modo per ispirito avventuroso e per un’infaticabile attivitá non venuta mai meno neppur nella vecchiezza; per quanto egli neghi risolutamente il pregio della veridicitá alle Memorie casanoviane e lo rivendichi, con sospetta insistenza( 3 ), alle proprie: il cinico e brutale amoralismo o immoralismo del Casanova (che scriveva pei posteri, dei quali s’infischiava ancora piú che dei contemporanei) è arra piú sicura di sinceritá che non l’untuoso, ipocrito e sentimentale moralismo del Da Ponte, il quale volle presentare- al suo pubblico americano, coperto da un manto di rispettabilitá, anche ciò che, nella sua vita, era apparso, a chi lo conosceva assai da vicino, non solo non rispettabile, ma a dirittura canagliesco. «Canaglia», infatti, «di mediocre spirito» ( 4 ), «cattivo soggetto» a nessun secondo (1) Presente ristampa, II, 69. Cfr. anche una lettera del D. P. a Filippo Pananti del 28 novembre 1828, in F. P., Scritti minori inediti o sparsi, raccolti e pubblicati da Luigi Andrkani (Firenze, Bemporad, 1897), pp. 356-7. (2) Cfr. Pompeo Molmknti, Due avventurieri, in Epistolari veneziani del sec. XVIII (Palermo, Sandron, 1914), pp. 95-123. (3) Presente ristampa, II, 69, e specialmente 158-9. (4) Zaguri a Casanova, 4 ottobre 1792, in Lettere inedite del patrizio Pietro Zaguri a Giacomo Casanova, ordinate e annotate dal prof. Pompeo Molmenti (Atti del reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, anno 1910-1, to. LXX, dispensa III, parte II, con numerazione a parte), p. 78: «Un strano uomo: noto