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letto e mi tolse l’uso d’agire. La mia inquietudine era per varie circostanze penosa. Mancando di mezzi, lontano dalla mia casa e abbandonato quasi da tutti, ogni cuore umano e gentile può imaginare qual fosse lo stato d’un vecchio decrepito! Io aveva poca speranza nel corpo drammatico e non molta ne’ due comitati: volli tentare però se fosse possibile di ritrovar compassione, se non giustizia. Feci presentar le mie istanze all’alto e al basso comitato pel mezzo d’un rispettabile amico, e feci ridomandar il pagamento delle cambiali funeste. Rigettata la mia preghiera non senza disprezzo, mi limitai a chieder dieci piastre per settimana a conto del Montresor, che vive da venti settimane con me con un de’ figlioli, ed alcune con un domestico, e, pel cui mantenimento di un poco piú di cinque mesi, altro non potè darmi che cinquantaquattro piastre (ché piú non potè ottenere, per questa parte de’ suoi maggiori bisogni, quell’uomo onorato, da’ suoi munifici soci, impiegati e assai spesso beneficati da lui), e, ad onta che dato ei n’avesse preciso ordine di settimanalmente pagarmele, anche questa misera somma mi fu negata! Ecco qual fu il guiderdone di tutto quello che feci, che soffersi, che spesi, per dar uno spettacolo applaudito all’America! ecco come finirono le fumose lodi de’ comitati, della cittá, degli artisti! Ma non è da maravigliarsi. Non mi si diede che fumo, e il solito effetto del fumo sono le lagrime. Credei allora che, il tuono di preghiera giovando poco, potrei forse ottener meglio l’intento mio, cangiando il bimmolle in bequadro. Scrissi perciò una lettera un poco risentita ad uno de’ direttori, dipingendogli i diritti e bisogni miei ; ed ecco le belle parole ch’ebbi in risposta: Signor Da Ponte, il vostro caso è assai duro; ma non possiamo pagarvi un soldo! Anche noi, anche i nostri amici di Filadelfia hanno prestato del danaro alla compagnia; e il loro danaro è assai piú sacro del vostro.

Forse l’avevan immerso nell’acqua benedetta, perché il diavolo non osasse porvi sopra le zampe ladre. Allontaniamoci da un quadro si tristo, e fissiam il guardo in oggetti consolatori.