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era stato venduto da me per danaro contante. Il lucro era tenue, ma senza rischio. Pretese il cognato mio che il vender le cose a credito e in pubblico magazzino dovesse esser per me di maggior vantaggio. Abbracciai, per mia malora, il di lui consiglio. Non conoscendo ancora abbastanza gli abitanti del loco e delle sue vicinanze, mi lasciai ciecamente guidare da lui. Un «very good» della sua bocca o della sua penna doveva esser per me lo stendardo di guarentia. Appena si seppe la mia risoluzione, gli avventori concorsero da ogni parte. In poche settimane i miei non vastissimi magazzini eran vuoti, ma vuoto era parimente lo scrigno, o, invece di contenere quel bel metallo che laetificat cor piú del vino, conteneva un bel fascio di biglietti, di cambialette e di «pagherò», o di somiglianti fantasimi di danaro, una gran parte de’ quali hanno, allo stringer de’conti, il medesimo valore c’hanno le foglie degli alberi verso la metá di novembre! Il dottor cognato frattanto si congratulava meco vivacemente del mio great success , e, nel ripassare i nomi di cui era giá pieno un gran libro (che molto cortesemente regalato m’avea), non facea che ripeter per mio conforto: — Good, very good, all very good! — Al tempo peraltro de’ pagamenti trovai, con rincrescimento e sorpresa, che tutti o quasi tutti i «good» del signor dottore erano «bad», «bad», «very bad» pel signor Da Ponte! Noi vedremo tra poco le miserabili conseguenze. Considerate bene le cose, credei che mi convenisse tornar a Filadelfia e negoziar le cambiali che mi si diedero a Sunbury per quelle mercatanzie. Sperava eziandio di trovar qualche centinaio di piastre nelle mani del buon Astolfi, di vendere per quel che potea il cavallo del canadiano, e forse la sedia e l’altro cavallo, e, fatto cosí un nuovo fondo di sei a ottocento piastre in contante, comperar oggetti bastanti ad aprire un rispettabile magazzino. Mancandomi danaro da far il viaggio, andai a man salva dal mio consigliere (che, a quel che diceva, avea i tesori di Creso), e gli domandai cento piastre, offrendogli uno de’ suoi very good «pagherò», che avea pochi giorni a scadere; ma la borsa sua dottorale non era meno leggiera, per quel che vidi, della mia mercantile. Mi