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piú secoli (ché tanto vanta di antichitá la lingua colta italiana) due ne ritrovò il signor Roscoe in Inghilterra, e altri due ne trovo io medesimo in Francia; Menagio e l’abate Regnier. E poi? «Rara avis in ierris» non solamente il cigno, che canti bene con voce italiana, ma l’uccello che non ripeta da pappagallo gli obbrobri che dissero gli altri, o non gracchi quanto può, «sicut ab ilice cornix», ora per ignoranza, ora per malizia, or per pregiudizio, contra questa (dirollo col Tasso) o non vista, o mal nota, o mal gradita letteratura! Non conchiuderò dunque a ragione difficile cosa essere «io forni a. certain estimate of a foreign literature, and especially ofthè Italian», che è la sentenza mia, e che «however a persoti understands wetl a language, he can with diffculty enler iato i/s poctical refinements», eh’è l’opinione del Pignoni? E, per dare piú forza alla nostra asserzione, domanderò la cagione per cui non solamente i nostri italiani, ma infiniti francesi, scozzesi e tedeschi scrissero egregiamente e in prosa e in verso latino, che è una lingua giá morta; e quattro solamente numerare si possono, in cinquecent’anni, che bene scrissero in italiano. Domanderò perché pochissima sia la diversitá de’ giudizi che si proferiscono generalmente da’ critici di Virgilio, d’Orazio, di .Lucrezio e de’loro simili; e si diversi, si strampalati, e spesso si opposti, quelli che si dánno degli italiani. E, per non parlare de’ giornalisti, de’ gazzettieri, de’ viaggiatori (il prezzo delle cui relazioni tutti conoscono), chi non dovrebbe ridere o piangere nel confrontare quello che dell’Italia, degli italiani, d’ogni genere di italiana letteratura dicono i Boileau, i Bouhours, i Lalande, gli Addison, i Chesterfield, i Johnson, gli Schlegel e l’arcifanfana delle scarabocchiatrici, che regalò all’Italia la sua Roma del secolo decimonono (dove c’informa solennemente che per mezzo d’un’indulgenza, che non costa piú che sei soldi, si può liberar un’anima dall’inferno, se avesse commessi nel mondo piú peccati che Giuda!) con quello che scrissero Montaigne, Voltaire, Chateaubriand,