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né io aveva ordinato, né fatte eran per l’America. V’era tra queste una magnifica edizione di Dante e un’altra della Gerusalemme del Tasso, bella per veritá, ma d’un prezzo tropp’alto per trovarne facile spaccio in questi paesi. Siccome però il libraio, che me ne fece la spedizione, credette di darmi per quella una prova di vera amicizia, ed, oltre a ciò, essendo egli in qualche maniera connesso con persona ch’oltre ogni credere venero ed amo, desideroso di dar ad entrambi una marca di considerazione, risolsi di accettar a certe condizioni quell’opere, e, dopo d’aver tentato invano di vendere le piú splendide, imaginai un modo novello da sbarazzarmene, che parzialmente riusci. Trassi dal mio catalogo una serie di scelti volumi, il cui valore ascendeva a quattrocento piastre ; invitai quaranta persone a vederli, e proposi di formar due classi di studenti, ad una delle quali insegnar l’italiano di pianta, per quanto in quaranta lezioni potevasi, e all’altra leggere e spiegar la Commedia di Dante, con qualche altro classico non prima letto e da lor medesimi scelto. Ogni concorrente doveva pagar dieci piastre, che avrebbero fatto in tutto l’intero valore de’libri, e questi, divisi in otto parti o vogliamo dire in otto premi, dovean cavarsi a sorte da un’urna. Ma, quando venti avean sottoscritto, impazienti d’indugio, chiesero d’estrar la metá dei premi, e cosí fu fatto; e, se questa operazione, agli altri maestri di lingua del tutto nuova, non aggiunse un obolo alla mia borsa, procurommi certo il diletto impareggiabile di far conoscere la sublimitá e le divine bellezze del nostro Dante ad altri venti de’ piú coltivati e nobili ingegni della cittá, perché tutti que’ venti discenti vollero leggerlo, tra’ quali anche sei damigelle e una giovane sposa, il cui entusiasmo ed ammirazione per quel nostro incomparabile poeta oltrepassava quello degli uomini! Ma né la lettura di Dante né quella d’alcun de’ nostri poeti fece dimenticare le grazie della nostra musica. Narrerò a questo proposito un accidente altrettanto piacevole che straordinario. Bisogna sapere ch’io aveva giá da gran tempo detto che la mia nipote verrebbe a New-York, e probabilmente condurrebbe qualche altro buon cantante con sé. V