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La pubblicazione di questi salmi mi procacciò la conoscenza di varie persone, quella, tra altre, di un bravo e colto pittore italiano, che aveva due bellissime figlie. Il mio cuore, inclinatissimo per carattere alla passione d’amore, ad onta di molte cure e pensieri serissimi, si lascio a poco a poco pigliar alla rete e s’innamorò fieramente di tutte due. Elleno mi corrispondevano di buona fede, ciascuna d’esse si credeva la prediletta, e, ad onta d’esser gelosissime Luna dell’altra, erano nel medesimo tempo buone sorelle ed amiche. La madre era bella, benché fosse presso ai quaranta, c piena di grazie e di spirito. Quantunque savissima e costumata, amava ella che le dicessero:

— Siete ancor bella ; — e, come si poteva dirglielo senza adularla, cosi io gliel diceva assai spesso : troppo spesso forse per non renderla un poco vana e, quanto l’onesta poteva permettere, amica mia. Io credo che questa parzialitá per me sia stata la causa d’un’indulgenza, che fu vicinissima a far me ed altri infelici. Io non aveva allora piú di trenta anni; e, con una figura, per quello che si diceva, piacevole, con un poco di spirito, un’anima poetica ed italiana, e non ignorante nelle faccende d’amore, non era maraviglia se non trovava dei grandi ostacoli ne* teneri cori delle fanciulle. Protesto però di non averne mai abusato; e dal primo momento in cui ho cominciato ad amare, il che fu all’etá di diciott’anni, fino al quarantesimosecondo anno della mia vita, in cui presi una compagna per tutto il rimanente di quella, non ho mai detto a donna: — Ti amo, — senza saper di poter amarla, senza mancar ad alcun dovere. Spesso le mie attenzioni, le mie occhiate e perfino i miei complimenti di comune civiltá presi furono per dichiarazioni d’amore; ma ne la mia bocca peccò mai, né senza il consentimento del core e della ragione cercò per vanitá o per capriccio d ’ instillar una passione in un petto credulo ed innocente, che dovesse poi terminar colle lagrime e col rimorso.

Il mio affetto per queste due sorelle, per quanto strano possa parere, era grande, era vivo ed era uguale. Io mi domandava sovente: — Qual ami piú? — E non mi poteva rispondere. Non era felice che quando mi trovava con tutte due : credo che, se