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placidamente quel che aveva udito la notte. — Avete sognato, caro Da Ponte — ini rispose freddamente quel buon signore. Passammo insieme alcun tempo senza piú favellare di questo fatto. Fummo chiamati infine alla colazione, ed allora il Memmo cominciò a vedere che la faccenda non era sogno. Discendemmo al primo piano, dove si trovava colla famiglia la giovine. Costei non mi guardò, non corrispose al saluto mio, e non offerse a me solo la cioccolatta, che pur agli altri ella offerse. Il Memmo mi diede la propria tazza ed usci dalla camera. Lo séguito, usciamo di casa insieme; ma né egli a me, né io a lui feci alcun cenno dell’avvenuto. Egli era però molto pensieroso.

Tornammo a casa all’ora del pranzo, al quale tenne meco colei il medesimo modo che tenne al mattino. La compagnia de’ convitati era piú numerosa del solito. Il Memmo fremeva, ed io piú di lui. — Perché non servi il Da Ponte? — diss’egli alfine altamente. — Perché, avendo le sue e le tue mani da servirlo, bisogno non ha delle mie. — Sentendo che il sangue mi bollia nelle vene come un Vesuvio, diffidai della mia prudenza, m’alzai di tavola, andai alle mie stanze, e, pigliando pochi vestiti con me, corsi al tragitto, da cui ogni sera partia una barca per Padova, e mi vi imbarcai.

Non aveva che dieci scudi, quando partii da Venezia. Pagate le spese del mio viaggio, che feci parte per terra, non me ne rimaser che sei. È facile immaginare l’angustie del mio spirito. Io perdeva in un punto, per l’ingratitudine di due perfidi, un lift nrntpftArO un ominn /^irnlln C^nnnn^nr.n*«• • — w>v.t*viu«b\/4 jy» vvwvwa vy uu UlUiuV/} UH OUO li UilUCUi J t. 11IC , Vili maestro, e molte future speranze, che la bontá di quel cavaliere in me aveva eccitate. Prevedeva, oltre a questo, lo stato infelicissimo d’indigenza, in cui io doveva ben presto precipitare. Aveva un fratello in Padova, che vicino era a terminare i suoi studi in quella universitá; ma quel buon giovine avrebbe avuto piú bisogno di ricevere soccorsi da me che di darmene.

Sperava io bene d’aver un amico in quella cittá, a cui poter confidare i miei casi e qualche sollievo riceverne; ma anche in questo mi sono ingannato. Era questo un prete dalmatino, che, per la protezione di certa dama, il posto ottenuto avea di