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disse singhiozzando e tremando — che la vostra damina ha un novello amante. Questo è un certo Dondorologi, gentiluomo veneziano anch’egli, ma il piú prepotente e pericoloso soggetto di Venezia. Sapendo che la padroncina era innamorata di voi, se ne mostrò per qualche tempo geloso, e, benché ella giurasse di non amarvi piú, pure non volle persuadersene, fineli’ella non gli promise di farvi venire notturnamente in Venezia, dove arrivando voi ed entrando nella sua casa, egli vi avrebbe, per dirvi le sue parole, fracassate le ossa con un bastone. — Non è necessario dire qual io rimanessi a questo racconto.

Dopo aver combattuto alquanto con quel buon servo e co’ giusti riflessi della prudenza, vinto dalla gelosia, dalla collera, dal dispetto, tornai quasi furente alla casa di quella donna, risolutissimo di vendicarmi aut certne occumbere morti». Quel misero vecchio mi seguitò per soccorrermi. Ma io era abbastanza provveduto di coraggio e d’armi per difendermi, anche solo, da un assassino. Picchio. M’apron dall’alto l’uscio, tirando una corda attaccata al chiavistello. Monto con cautela per le scale, illuminate dal languido lume d’un antico fanale. Entrato nell’anticamera, vedo uscire quella perfida dalla camera della cugina. Ella era sola. Verso le dodici della notte, come udii poscia dal servo mio, il nuovo amatore, che aggiungeva a tutt’altri vizi quello del gioco, impatiens morae , s’era annoiato dal lungo attendermi ed era partito. Appena mi ravvisò quella femmina indegna, che, mettendo un grido di falsa gioia, mi corse incontra per abbracciarmi Lo stato indecente in cui m’apparve, e piú ancora quell’atto di nuova sfacciataggine raddoppiò le mie furie. La respingo impetuosamente e, dopo aver dette queste profetiche parole: — Distrugga la man di Dio una simil razza d’infami! — discendo tosto a precipizio le scale, e, come uom che si salva da gran pericolo, corro al piú vicino tragitto, prendo una gondola, torno a Mestre, indi a Treviso, ed ho la costanza di non voler mai piú udir parlare di quella donna. Parve che un raggio celeste scendesse in quel punto sulla mia mente per illuminare la mia ragione e per guerirmi del tutto.