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dove giacevano, stava in mia mano. Cercò piú volte quella baccante d’averla da me, per cavarne, diceva ella, qualche bottiglia per Taylor; ma io, che ben conosceva l’immensa profonditá della insaziabile sua voragine, aveva sempre negato di dargliela, e tutto quello che aveva potuto ottenere fu di averne cinque o sei dozzine in diversi tempi. Sperava dunque che, perdendo, col poetato, la confidenza di Taylor, si potria impossessar facilmente e delle chiavi e del vino. Cosi fu la cosa. Un di dopo il mio congedo, un servo di quella donna venne da me, e mi chiese quella chiave ed alcune carte dell’impresario, ch’erano ancora in poter mio. Mostrandomi tardo ad ubbidire, mi presentò un ordine in iscritto di Taylor medesimo, ed ubbidii. Ma, avendo preveduta la cosa, io aveva giá venduto due botti di quel vino il giorno medesimo del mio congedo, e pagate aveva due cambiali di cinquecento lire sterline, che per buona sorte scadevano il medesimo giorno in cui mi chieser le chiavi. Non trovando nella cantina che la botte giá in parte scemata, il sussurro e le grida di quella furia s’udirono fin nella strada. Pochi minuti dopo, il medesimo servo tornò da me, domandandomi che cosa fatto aveva dell’altre due botti. — Il signor impresario — risposi — troverá tra le carte che gli mandai la spiegazione che chiede da me. — Trovò allora queste due cambiali: egli bestemmiò, la Banti pianse ed io risi. Terminiam la storiella. Ottantaotto galloni di vino erano rimasti nella botte invenduta, e di cui le chiavi si diedero a madama Trincomala.

Quanto durarono? Ventotto giorni! Il ventinovesimo si mandò a comperarne qualche dozzina da certo Badioli, mentre io mi trovava casualmente nel suo magazzino! Si bevvero dunque trentasei bottiglie di vino per giorno, da madama Banti, da Taylor e da’loro amici beoni: con tal proporzione, quante furon in piú di cinque anni? Laseiam che i creditori di quell’infelice ne facciano il calcolo! È per essi ch’io pubblicai questo aneddoto.

Torniamo al congedo mio. Come io poteva aspettarmi tutto da un uomo del suo carattere, debole per se stesso e allor da Amore e da Bacco fatto piú debole, cosi questo colpo di