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quel fiume avesse inghiottita una carrozza a tiro sei con diversi passeggieri. Quando fummo presso a quel loco, vedemmo una parte della carrozza sporgere fuor del ghiaccio, ed è facile imaginare di qual orrore empiè gli occhi nostri quella veduta. Giungemmo tuttavia salvi ad Amburgo. Le buone locande erano piene zeppe di gente. Trovammo per somma grazia due stanze in una delle men cattive, e risolvemmo di fermarvisi.

Come la mia carrozza fu la prima a giungere, cosi fui io il primo ad entrar nell’albergo ed a vedere le camere. Ebbi la precauzione di scegliere la migliore, osservato avendo che colui scelto aveva per tutto il viaggio la migliore per sé. Quando si accorse della mia scelta, mi chiese con un’insolenza da pazzo con qual diritto il signor poeta aveva ardito ciò fare. — Con quello — risposi — che Ella, signor semi - virtuoso, ha ardito farlo finora. — Essendo colui d’una famiglia nobile d’Irlanda e una volta uffiziale nell’armata dell’imperatore, s’era per viltá e per bisogno abbassato a sposare la donna di teatro che venia meco. Una parola ne menò un’altra, e dopo una lunghissima lite mi sfidò alla pistola. M’avea giá mezzo sfidato tre o quattro volte negli ultimi otto giorni di quel viaggio. Io, parte per non atterrir la mia compagna e parte per una avversione naturale al duello, finsi fino allora di non intenderlo; ma dopo tutto mi scappò la pazienza e, prendendo nella mano una delle due pistole che in quel momento deposte avea sull’armadio:

— Animo! — gridai — prendi l’altra, vigliacco! — Le donne tremanti e piangenti si posero in mezzo; ma egli con una placidezza maravigliosa: — Non temete — soggiunse: — io non mi batto con uno che non è nobile. — Le due donne risero, ed io n’ imitai l’esempio. Con un codardo di tal genere credei che fosse meglio finirla cosi. Dopo due o tre giorni di serietá vicendevole, fu egli il primo ad offrirmi la mano, dicendo che conoscea d’aver torto, ed io diedi la mia senza renitenza.

Rimanemmo ancor un mese ad Amburgo, dove la spesa fu si enorme, che m’asciugò quasi affatto la borsa; e di mille ghinee, ch’io aveva prese con me alla partenza, non ne portai meco cinquanta, quando arrivai alla capitale dell’Inghilterra.