Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/237

Passando per Ferrara mi vi fermai alcuni giorni per gioir della compagnia del mio antico protettore ed amico Giorgio Pisani, che aveva ottenuta la libertá. Mi vide egli veracemente con trasporto di giubilo, ma pari al suo non fu il mio nel riveder lui.

Le disgrazie, la prigionia di tanti anni, la caduta della repubblica e le peripezie della sua famiglia l’aveano per tal modo cambiato, ch’ei non pareva piú il saggio, il sapiente cittadino della repubblica, ma un furente, un disperato revoluzionario. Lo vidi però sovente, conobbi per lui tutta ruffizialitá francese e i primi signori di qui Ila cittá, da cui fui festeggiato e onorato, parte per favor del Pisani e parte pel piacere che vi faceano le mie opere, che anche in quel magnifico teatro da molli anni rappresentavansi. Voleva il Pisani chi’ io mi fermassi in Ferrara, e avea in vista di farmi dichiarare poeta della allor repubblica cisalpina; ma io mi credeva felice in Inghilterra, non avea molta fede nella permanenza di quella repubblica, e ancor meno nel giudizio del povero Pisani, ch’io udii una volta aringare il popolo, ma che non osai udir la seconda. Tutta diversa fu la cosa con Ugo Foscolo, giovane fin d’allora d’altissime speranze, ch’io udii varie volte parlare pubblicamente in Bologna, con maraviglioso diletto. Il suo dire era pieno di foco, di veritá, di energia; il suo stile vago ed ornato; purgatissima la sua lingua, e le sue imagini vive, nobili e luminose. Ebbi vaghezza di conoscerlo e di conversare con lui. Mi fece gentilmente piú visite, ed io profetizzai con baldanza qual figura farebbe un giorno tra i primi letterati e poeti del suo secolo e dell’Italia. Ei deve essersi ricordato di me almen per qualche anno, dopo l’ultima visita ch’ei mi fece a Ferrara b). Io mi ricordai sempre e mi ricordo ancora ogni giorno di lui, quando leggo le incomparabili Lettere di Iacopo Ortis, e forse piú ancora i suoi Sepolcri, egli altri divini suoi versi, ch’io solo ebbi la gloria di far conoscere, ammirare e gustare a’ piú svegliati spiriti (1) Ebbe vaghezza Ugo Foscolo di alcune camice di tela finissima, che vide nelle mie stanze: ecco perché mi parve che dovesse almen per qualche anno ricordarsi di me.