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per cui tutti venivano da me per ottenere le cose che desideravano. Con somma alacritá io mi prestava a’ servigi de’ miei nazionali: questo facea l’anima mia contentissima de’ suoi rischi e delle oramai prevedute sue perdite; giacché a poco a poco io avea ben potuto conoscere che cosa voleva dire scriver il mio nome sulle cambiali.

Io ebbi spesso occasione di render servigio a Taylor, nel renderlo a’ miei a torto chiamati amici. Era questi sul procinto di congedare dal suo teatro Bianchi, Viganoni, Weichsell gran suonatore e fratello della Billington. Era in un tempo in cui avea necessitá di danaro, e le mie fontane erano esaurite: pensando che tutti tre questi personaggi erano al teatro utilissimi, proposi loro d’avanzarmi del danaro per l’impresario, assicurandoli che avrei cura di farli pagare, siccome feci, e tutti e tre furono per piú anni riconfermati. Dirò a suo loco dell’altre cose a questo proposito, pregando istantemente il mio leggitore di perdonarmi la noia che dee procurargli la lettura di cose frivole; ma, come tutta la vita mia non fu che una serie di beneficenze e di servigi prestati a una masnada d’ingrati o di traditori, cosi mi piace di provar questa veritá in tutti i modi permessimi e somministratimi da’ vari casi della mia vita.

Passarono tre anni interi cosi. Una sola cosa venne a turbare un poco la mia pace e a involarmi parte di quegli emolumenti, che per ogni diritto paiono appartenere al poeta. La Banti, che aveva, a dispetto di Taylor, i suoi segreti adoncini, e che cangiava piú spesso che l’altre donne non cangiano di cappello, aveva allor dato il primo loco nella sua lista amatoria al scimmiotto Federici. ’Putti lo sapevano, fuori di Taylor.

Desideroso colui di scroccarmi il profitto ch’io traeva dalla vendita de’ libretti in teatro, fece creder alla sua dama che, s’ella potea ottenere questo dall’impresario, l’obbligherebbe a fare gagliardamente i piaceri suoi, e a Taylor (il che volea dir a lei stessa) troverebbe la grossa somma di mille ghinee e forse piú, con patto che permettesse a certo francese e alla sua nipote d’aver una loggia gratis per due o tre stagioni. (Nota bene. Una loggia contenea quattro cinque e sei persone.