Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/144

ed io ebbi alia casa mia piú di ottanta persone, che vennero a ringraziarmi e a giurarmi gratitudine, stima, amicizia. Oh quanto differenti son le parole del labbro dai sentimenti del core o aímen come presto Tuoni si dimentica de’ benefici che riceve, delle promesse che fa e della riconoscenza che deve al benefattore, contra cui ben sovente volge le armi dell’invidia e dell’odio, credendo in tal guisa di scuoter il peso, umiliante per un ingrato, del beneficio! Chi crederebbe che queglino appunto, che piú degli altri fruirono di questo fortunato maneggio e che da principio parevan piú sentirne e riconoscerne il merito, furono quelli poi che piú s’adoprarono per la mia perdita, e che non furon contenti, finché non videro la mia intera ruina in Vienna? Non è lontano il momento di vedere, come di buon seme mal frutto colsi, e qual merito ha chi ingrato serve.

Svilupperò brevemente questa teatrale congiura, la quale, sebbene da sé non interesserá gran fatto i miei leggitori, pur, come cosa che produsse un intero cambiamento in tutto il rimanente della mia vita, non credo che siami permesso l’ommetteria in queste Memorie. Mi giova informar qui chi mi legge, che, sebben io sia stato generalmente inclinatissimo alla passione d’amore, nulladimeno mi feci solennissima legge di non amar donna di teatro, e per piú di sett’anni ebbi il valore di resistere a ogni tentazione e di rigorosamente osservarla. Per mia disgrazia capitò una cantante, che, senza avere gran pregio di bellezza, mi dilettò pria col suo canto; indi, mostrando gran propensione per me, finii coll’innamorarmene. Avea per veritá molto merito. La sua voce era deliziosa, il suo metodo nuovo e maravigliosamente toccante: non aveva una figura molto leggiadra e non era ottima attrice, ma, con due bellissimi occhi, con una bocca molto vezzosa, pochissime furon l'opere in cui non piacesse infinitamente. Il suo esser utile al teatro accresceva le mie premure e l’affetto mio, particolarmente dopo esser stato io la causa primaria della sua permanenza in quella cittá. Ma questa donna, oltre aver eccitata l’invidia nell’altre