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alcuna di quelle avea commesso qualche delitto contra la santitá di quella virtú, le frutta, divenendo piú nere d’ogni carbone, cad valile sulla testa o sul dosso e la punivano, sfigurandole il viso o ammaccandole e rompendole qualche membro, a proporzione del suo delitto. Amore, non potendo soffrire una legge tanto oltraggiosa alla sua divinitá, entra nel giardino di Diana sotto spoglie feminili, innamora il giardiniere della dea, gli insegna il modo d’innamorare tutte le ninfe, e, non contento di questo, v’introduce il bell* Endiniione, di cui alfín innamorasi Diana stessa. Il sacerdote della dea scopre ne’ sacrifizi esservi de’ delitti nel virginale recinto, e, coll’autoritá sacerdotale datagli dalla diva, ordina che tutte le ninfe e Diana stessa soggiacciano alle prove dell’albero. Questa, che vede d’essere scoperta, fa tagliar quella pianta miracolosa, e Amore, comparendo in una nube di luce, ordina che il giardino di Diana si cangi nella reggia d’amore. Questo dramma, per mia opinione, è il migliore di tutti i drammi da me composti, tanto per l’invenzione che per la poesia: è voluttuoso senza essere lascivo e interessa, per quel che parve da piú di cento rappresentazioni che se ne son fatte, dal cominciamento alla fine. Il conte di Rosemberg mi domandò dove trovato avea quelle belle cose; ed io gli risposi: — Nella schiena de’ miei nemici. — L’irnperadore poi, che intese il pensiero mio e se ne compiacque, mi mandò a casa cento zecchini.

Non s’era fatta che la prima rappresentazione di questo spettacolo, quando fui obbligato di partire per Praga, dove doveasi rappresentar per la prima volta il Don Giovanni di Mozzart, per l’arrivo della principessa di Toscana in quella cittá. Mi vi fermai otto giorni per dirigere gli attori, che doveano rappresentarlo; ma, prima che andasse in scena, fui obbligato di tornar a Vienna, per una lettera di foco che ricevei dal Salieri, in cui, fosse vero o no, informavami che 1 ’ Assur doveva rappresentarsi immediatamente per le nozze di Francesco, e che l’imperatore gli aveva ordinato di richiamarmi. Tornai adunque a Vienna, viaggiando die notte; ma a mezza strada, sembrandomi d’essere stanco, domandai d’andar a letto per un paio d’ore.