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teatro, mi si accostò e mi disse a mezza voce: — Abbiamo vinto. — Queste due parole valevano per me cento volumi d’elogi. Andai la mattina a trovare il conte. Egli stava a croccino col caro abate. La serietá, con cui entrambi mi ricevettero, mi spaventò. — Che comanda il signor poeta? — Vengo a ricevere la mia sentenza dal signor direttore degli spettacoli. — Il signor poeta 1’ ha giá ricevuta dal nostro dolcissimo pubblico, non so quanto giusta! — E qui sorrisero amaramente il protettore e il protetto, e gentilissimamente mi piantarono. Non fui sorpreso di questo, ma risolsi sul fatto di congedarmi. — Quest’ due nemici — io diceva — son troppo potenti, e il favore sovrano non basterá a salvarmi dalle loro insidie. È meglio congedarsi ch’essere congedato. Corsi, con tal pensiero, alla reggia. Appena entrai nel gabinetto del principe, che con giubilo maraviglioso mi disse: — Bravo, Da Ponte! mi piace e la musica e le parole.

— Sacra Maestá — soggiunsi io modestamente, — il signor direttore par d’altro avviso. — Non è il signor direttore, è Casti che p irla — ripigliò Cesare. — Ma questo è il vostro trionfo. 1,’avete fatto piangere. Andate a casa: fatevi coraggio, e dateci una seconda opera con musica di Martini. Bisogna batter il ferro finch é caldo. — L’imperadore disse le stesse cose a Rosemberg, il quale ebbe poscia la sciocchezza di ridirmele.

Ma nemmen questo bastò a far perdere a’ due cortigiani scaltrissimi la speranza di guadagnarla. Cásti nulladimeno si trovò alquanto imbarazzato, e non ebbe coraggio di dir male apertamente u’un dramma che tutti lodavano. Prese una via di mezzo. Lodò, ma v’aggiunse tanti «ma», che la lode stessa finiva in biasimo.

— Ma, in fondo — diceva egli, — non è che una traduzione... Bisogna vedere com’andrá la faccenda in un’opera originale... Ma è peccato ch’egli negliga tanto la lingua... «Taglia», per esempio, non vuol dire statura. — nella qual significazione io avea adoperata quella parola. Mi trovai accidentalmente dietro alle sue spalle, quand’egli, in tuon derisorio, e piú nel naso che nella strozza disugolata. si gorgogliava questo verso a un cantante: La taglia è come questa.