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die come la cornice d’un bel quadro che sostiene la tela, in questa occasione si pretese che le [iarde fossero tanto importanti, che da quelle sole dovesse dipendere tutto il buon effetto del dramma. E non eran solo i partigiani di Casti, i miei propri nemici e tutti quelli che aspiravano al poetato de’ teatri imperiali che gridavano p/agas contra me. ma i cantanti medesimi, ed alla testa loro il Salieri, dicevano cose da far paura Non sapevano, dicevan essi, come avevan potuto recitar quelle parolacce o come il maestro aveva potuto metterle in musica; e quest’ultimo, d’altronde uom saggio e non ignorante, fé’ giuramento solenne di lasciarsi piuttosto tagliar le dita che metter piú in musica un verso mio. E che Iacea il signor Casti? Faceami la guerra in un altro modo. Era il solo che impugnava la spada a difesa mia. Ma le sue lodi eran mille volte peggiori dell’altrui biasimo.

Pessimum ittimicorum genus laudanies.

— Il Da Ponte — diceva egli — non sa fare un dramma: questo che fa? Non può egli esser un uomo di merito senza saper fare un dramma? Non si può negare ch’egli non abbia molto talento. molto buon gusto e moltissime cognizioni. — Tutto quello che gli premeva era che si credesse ch’io non sapessi comporre de’drammi; e, lodando il mio talento, il mio buon gusto e le mie cognizioni, acquistava il diritto d’esser creduto verace in quello ancora che non lodava.

Uno stile tutto diverso teneano meco frattanto gli altri rivali. Ogni giorno usciva una critica, una satira, un libello contro me o i versi miei. Certo Nunziato Porta, un poeta cioè sul far di Brunati o peggiore, scrisse una poesia che terminava con questi due elegantissimi versi :

Asino tu nascesti ed asino morrai : per ora dissi poco, col tempo dirò assai.

Ma io contava tutti costoro come sei meritavano, fi vero che scrissi anch’io qualche poesia, in quella occasione, alquanto pungente e satirica; ma l’ho fatto piuttosto per diporto e per