Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/106

ch’io chiarissimamente vedeva, come vedeva quelli del Re Teodoro. Conobbi allora che non bastava essere gran poeta (giacché in veritá tale era Casti) per comporre un buon dramma; ma necessarissima cosa essere acquistar molte cognizioni, saper conoscere gli attori, saper bene vestirli, osservar sulla scena gli altrui falli ed i propri e, dopo due o tremila fischiate, saper correggerli; le quali cose, quantunque utilissime, nulladimeno assai difficili sono ad eseguirsi, impedendolo ora il bisogno, ora l’avarizia ed or l’amor proprio. Non osai tuttavia dire ad alcuno il pensiero mio, certissimo essendo che, se fatto l’avessi, m’avrebbero lapidato o messo come farnetico a’ pazzarelli. Casti era piú infallibile a Vienna che il papa a Roma. Lasciai dunque che il tempo, giudice delle cose, ne decidesse.

Non andò guari che l’opera si rappresentò e che sopra ogni credere piacque. Poteva essere diversamente? I cantanti erano tutti eccellentissimi, la decorazione era superba, gli abiti magnifici, la musica da paradiso; e il signor poeta, con un sorriso d’approvazione, riceveva gli applausi de’ cantanti, del pittore, . del sarto e del maestro di cappella, come tutti suoi. Ma, mentre la casti-rosembergica famiglia gridava altamente: — Oh che bel libro! oh che bel libro! — soggiungevano i pochi imparziali, e il giusto Giuseppe alla loro testa: — Oh che bella musica! oh che bella musica! — A ogni modo però l’efTetto maraviglioso del tutto insieme spaventò per tal modo Salieri, che non osò piú per quell’anno proporre // ricco d’un giorno alla direzione.

Andò Salieri alcun tempo dopo a Parigi, per metter in musica Le dnnaidi , ed io, considerate le circostanze, ebbi piacer della dilazione. Ebbi tempo cosi di riflettere sulle cose e di studiar il teatro. Scopersi ad un tempo stesso le occulte trame del mio potente rivale, e mi parve alfine che avrei potuto scrivere un libretto senza i difetti del primo. Tornò Salieri da Francia, e si dovette subito rappresentare il mio dramma. La parte principale di quest’opera addossata era alla Storace, ch’era nel suo fiore e tutta la delizia di Vienna. Questa cantante era allora