Ma ben li oblia la dea. Non ebbero quelli il tuo riso
50misterioso, o fonte, l’inestinguibil riso,
tenue balen che l’acque tue pallide illumina a fiore
52(tal ride pur fra’ pianti l’anima in occhi umani)
onde in ardore treman a torno gli aperti narcissi,
54languidi reclinanti, presi di van desìo.
Non ebber quelli, o fonte, non ebber le voci tue vaghe
56più che mel dolci, lene balsamo a’ duoli umani.
Qual su ’l polito ferro de l’aste purpurea s’imperla
58l’onda del sangue e brilla nitidamente al sole,
tale su l’infiammata anima il confuso susurro
60frangesi in varianti numeri armoniosi.
Ode la selva intenta, le vergini stelle da’ cieli
62odono: a lor la fonte ride di conscio riso.