parvemi quel palagio ch’eletto avrei agli amori
22nostri; e il desio mi finse quivi superbi amori:
fulgidi amori e lussi mirabili ed ozii profondi;
24una più larga forza, una più calda vita.
Sonvi — dicea la folle Chimera il cuor mio torcendo —
26sonvi più dolci frutti, altri ignorati beni!
Datemi — il cuor dicea — voi datemi, occhi soavi,
28la mai goduta ebrezza, lo sconosciuto bene!
Alta dal cuor balzavami l’anima. A sommo de l’erta,
30in su ’l quadrivio, argute risero le fontane.
Freschi dal Quirinale co ’l vento mi giunsero effluvi:
32rosea m’apparve, al fondo, Santa Maria Maggiore