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160 | elegìe romane |
Va, dunque. Roma nostra vedrai. La vedrai da’ suoi colli
10dal Quirinale fulgida al Gianicolo,
da l’Aventino al Pincio più fulgida ancor ne l’estremo
12vespero, miracolo sommo, irraggiare i cieli.
Tal la vedrai qual gli occhi la videro miei, quale sempre
14ne l’ansiosa notte l’anima mia la vede.
Nulla è più grande e sacro. Ha in sè la luce d’un astro.
16Non i suoi cieli irraggia soli ma il mondo Roma.