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quale dobbiamo le barriere organiche viventi contro la diffusione delle malattie.

L’istituzione di «Sanatorii per malarici» se si rivelò utilissima in tempo di pace, è di una necessità ineluttabile dopo l’azione devastatrice di questa guerra, che ha aggravato le condizioni preesistenti.

Il popolo ha una concezione semplice anche della... giustizia distributiva; il popolo non può vedere che una classe d’invalidi di guerra riceva tutte le cure più sollecite fin dal campo di battaglia... ai grandi e meravigliosi Istituti per la rieducazione dei mutilati, e che un’altra classe trascini la sua... «silente» sventura da un ospedale all’altro, dalla casa di riposo all’infermeria...; il popolo reclama, come un atto di riparazione, come un compito morale, l’assistenza sollecita di tutti gli invalidi.

«Aequum inter omnes cives ius sit!».

Sorgano quindi subito questi «Sanatorii Militari per malarici»: essi saranno centri «per la cura specifica della malaria non meno efficaci degli altri centri per cure specializzate» essi potrebbero costituire l’esempio, dietro il quale verrebbero i «Sanatorii civili» per ricoverare i malarici poveri in genere; essi, infine, potrebbero diventare i «Centri» di quelle «Scuole professionali per contadini adulti», le quali sono ormai un bisogno improrogabile delle classi agricole. Così la guerra ci avrebbe fornito, come per la lotta contro la tubercolosi, la buona occasione per dar vita alfine ad una delle principali istitu-