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tranno restituire a numerose famiglie tutte le operose giovinezze divenute malariche per la guerra, e che domani peseranno sulla società come valori negativi; nè le frammentarie ed ambigue disposizioni, contenute nella legislazione sulle Pensioni di guerra, potranno apportare risultati veramente benefici.
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Questi «feriti della malaria» domani verranno ad accrescere il numero, per niente esiguo, dei malarici già esistenti, e così vedremo ancora aumentare le cause, che fanno deperire le nostre classi lavoratrici e rendono spopolate le campagne1.
- ↑ La Malaria e la Tubercolosi, insieme alla Sifilide, costituiscono il trinomio, intorno al quale si aggirerà la sanità e viceversa la decadenza fisica della nostra popolazione dopo la guerra. Il peso di questi malanni non si fa sentire solo ora...; è a credere, che esso si farà sentire più grave quando sopravverranno alle emozioni e fatiche della guerra le difficoltà della pace. La perdita di energia umana di cui è ora impossibile calcolare l’importanza, si produrrà proprio negli anni in cui la nazione avrà bisogno di vigore per riparare ai danni della guerra.
La mortalità per malattie infettive acute è per un popolo meno dannosa (considerata anche nella più alta percentuale) della degenerazione, comunque originata, che induce nella prole effetti geometricamente progressivi a causa di genitori affetti da infezioni e da intossicazioni croniche. Queste minano nelle origini le vigorie psico-organiche della nazione e ne affrettano la decadenza (L. Bianchi).