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gere l’agricoltura ed a preparare ai contadini reduci dalle trincee condizioni di vita migliore; ora questa attività è stata proprio deficiente nei riguardi della malaria e delle sue più numerose vittime, che restano sempre i contadini. Perchè non si è compresa tutta la vastità del problema, che non è solo di medicina militare. Esso è assai più vasto e complesso di quello che si possa credere: nè i varii metodi di chininizzazione1 po-

  1. La pretesa di curare e di guarire radicalmente col chinino tutti i malarici di guerra è vana, perchè la percentuale dei militari colpiti è molto elevata e perchè il chinino, efficace contro le forme lievi primaverili e contro le forme giovani (Schizonti) dei parassiti estivi, non dà alcun risultato in alcune forme più adulte (semilune), nella fase gametica e nelle forme anche iniziali di cachessia.
    Sarebbe opportuno che la diagnosi di malaria si facesse precocemente, perchè una delle cause degli insuccessi del Chinino è nel ritardo e nella cattiva applicazion del rimedio. Solo ripetuti esami del sangue possono dare la certezza della diagnosi e la certezza della guarigione (!) la quale è assai più difficile di quel che comunemente si crede.
    La Chininizzazione, così come è praticata, se tronca gli accessi febbrili, non guarisce il malarico, perchè non distrugge l’agente specifico. Questi, anzi, persiste nell’organismo con le sue forme evolutive che si abituano al Chinino e si riproduce. Così assistiamo alla riviviscenza continua del parassita dopo uno stadio di latenza più o meno lungo. Alla terapia antiquata, saltuaria (perchè avviene sempre di doverla interrompere per ragioni... di sgombero!) bisogna sostituire criterii più rapidi e più efficaci di cura, da farsi in luoghi adatti (Sanatorii).