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sta malaria migrante nei depositi dei reggimenti, nelle compagnie presidiarie ed altri distaccamenti e fin nelle campagne semi-deserte di alcune regioni del Mezzogiorno; se consideriamo come l’organizzazione del servizio antimalarico nelle zone belliche sia stata annullata dalla deficienza dei mezzi di profilassi e dalla inefficacia delle cure nelle zone extra-belliche; ci possiamo spiegare tutta l’amplitudine di questo fenomeno epidemiologico di guerra.

Il nemico invisibile ed insidioso ha esplicato dovunque il suo genio malefico e nelle decimate popolazioni rurali di alcune nostre province ha finito per esaurire le residuali energie.

Traversando, ad esempio, le vaste pianure di Capitanata non si vedono che uomini logorati e stanchi, non più atti a guidare l’aratro, e vecchi, donne, fanciulli...

La donna, che altrove ha dato tanto di fede e di opera da permettere alla terra, che ci donasse, come nei tempi normali, la sua annuale ricchezza, quivi solo non ha potuto collaborare con l'uomo; e quivi solo, nella mirabile resistenza dimostrata durante la guerra dai contadini meridionali, l’agricoltura fu vinta! Fu vinta dalla malaria!! (Raineri).

Ora l’attività dello Stato Italiano, che pur s’è dimostrata larga nel provvedere a tutti i bisogni della guerra; che per le famiglie dei morti per la guerra e per i mutilati ha fatto tutti gli sforzi, di cui la Nazione era capace; che si è esplicata anche di recente in opere destinate a far risor-