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86 | ettore fieramosca |
può almeno asserire che molto gli cocesse di esserne rimasto beffato. L’altra nasceva dalla ragion di Stato, e per darne un’idea chiara ai nostri lettori, è necessario richiamare per poco la loro attenzione sugli aggiramenti tenebrosi della politica d’allora.
La potenza di casa Borgia, nata dall’innalzamento del cardinale Rodrigo Lenzuoli al trono pontificio, erasi in modo accresciuta colle armi spirituali e temporali, colle frodi, coi parentadi e cogli ajuti di Francia, che ogni principe, ogni repubblica italiana ne viveva in sospetto. Cesare dapprima cardinale, mal pago della porpora, stabilì voler egli solo ingojare l’eredità del padre, e coglier il frutto de’ comuni delitti. Il duca di Candia suo fratello, gonfaloniere di Santa Chiesa, al quale il papa aveva fermo di dare Stato in Italia, era il solo ostacolo che trovasse la sua ambizione. Un pugnale pagato dal cardinale, o secondo alcuni, vibrato dalla sua stessa mano, tolse una notte quest’ostacolo. Da un pover uomo che vegliava a guardia delle barche di carbone a Ripetta furon visti giungere tre uomini in riva al fiume. Uno a cavallo: era il cardinale; in groppa a traverso tenuto dagli altri due pel capo e pei piedi, il cadavere del fratello; lo gettarono in Tevere, lavarono la groppa del cavallo imbrattata di sangue e sparirono in un vicolo oscuro.
Un mese dopo il Valenza, deposta la porpora, fu a cavallo alla testa d’un esercito. Usando ora la forza, ora i tradimenti, ebbe presto occupata Faenza, Cesena, Forlì, la Romagna, parte della Marca, Camerino ed Urbino. Ma i modi dell’acquistare e l’arti per mantenere la mal ottenuta signoria, le ingiurie fatte a tanti, accesero contra il duca l’odio universale, che per iscoppiare non aspettava se non l’occasione. Questa poteva nascere in due modi; o morendo il padre, o mancandogli l’ajuto di Francia. L’età del papa, la fortuna dell’armi francesi in Italia, sempre fluttuante, l’ammonivano