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capitolo vi. | 79 |
Sotto queste, nel mezzo, sedeva Luigi d’Armagnac duca di Nemours, vicerè di Napoli, eletto dal re Luigi XII a capitano della guerra. Era vestito d’una cappa azzurra foderata di zibellino, e le sue nobili fattezze splendevano di gioventù, d’ardire e di cortesia cavalleresca. D’Aubignì, Ivo d’Alegre, Bajardo, Mgr. de la Palisse, Chandenier, erano a’ suoi lati, ed intorno intorno altri baroni e cavalieri di minor conto gli facevan corona formando un circolo nel quale venivano a trovarsi rinchiusi Ettore e Brancaleone.
Quest’ultimo s’intendeva più di menar le mani che d’arringare, onde lasciò a Fieramosca il carico d’esporre l’ambasciata.
Rizzossi il giovane e volse agli astanti in giro uno sguardo rapido, nel quale balenava un ardire senza insolenza, qual s’addiceva al luogo, agli ascoltanti, ed a ciò che era per esporre. Narrò l’insulto di La Motta, propose la sfida, e per adempiere alla formalità d’uso, spiegato il cartello, lesse ad alta voce la formula seguente:
Haut et puissant Seigneur Louis d’Armagnac duc de Nemours.
Ayant apprins que Guy de La Mothe en presence de D. Ynigo Lopez de Ayala a dit que les gens d’armes Italiens etoient pauvres gens de guerre; sur quoi, avec vostre bon plaisir, nous respondons qu’ il a meschamment menti, et mentira toutes fois et quant qu’ il dira telle chose. Et pour ce, demandons qu’ il vous plaise nous octroyer le champ a tonte outrance pour nous et les nostres, contre lui et les siens, à nombre egal, dix contre dix.
Die VIII Aprilis MDIII.
Prospero Colonna
Fabritio Colonna.