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capitolo xvii. 243

fatto rizzare un po’ di letticciuolo, e quivi, spogliati i panni, ed entratavi, diede un sospiro e disse:

— Signora, Dio vede tutto, e vede se in cuore lo prego di pagarvi del bene che mi fate. Vergine, vi ringrazio. E voi, signora, la quale siete cagione che almeno io non morrò disperata.... solo vi prego d’affrettarvi, e mandar per Fra Mariano.... Dite, che ora è? è giorno o sera? non so più in che mondo mi sia.

— Son le cinque ore di notte, rispose Vittoria, e si manderà per Fra Marino; ma lo sgomento che avete addosso vi fa temer più del dovere: quietatevi, state in riposo, cara la mia giovine, qui siete in luogo sicuro; io non vi lascio....

— Oh no, non mi lasciate! Se sapeste che refrigerio al cuore mi danno quei vostri occhi pietosi quando mi guardano! Sedete qui sul mio lettuccio; ecco, mi tiro un po’ verso il muro.... no, no, non abbiate timore di darmi noja, anzi così sto meglio.... E, rimasta qualche momento come balorda, le prendeva un brivido di raccapriccio, e diceva quasi fuori di sè: Se sapeste che orrore! esser sotterrata viva..... esser affogata sotto un monte di cadaveri!... vedersi addosso quei visacci de' morti pieni di putridume che ridono.... Dio! Dio! ancora mi par d’esservi....

E dicendo queste parole si stringeva addosso la sua protettrice, che a quel suo vaneggiare, conoscendo inutili i discorsi, l’abbracciava e con atti amorosissimi si studiava di racquetarla.

— Oh signora mia! proseguiva Ginevra nascondendole il capo in seno, non so quel che mi dica; m’accorgo che dico spropositi, ma sono stata troppo troppo assassinata!... e non lo meritavo! Che cosa gli avevo fatto perchè mi trattasse così?... E la Vergine Santissima m’aveva promesso di condurmi a salvamento.... l’avevo pregata tanto di cuore!... e poi