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ma tre gradini, poi per un passaggio oscuro si giugneva ad un cortiletto, nel mezzo del quale eravi un vano attorniato da un muricciuolo; si scendeva in quel fondo, dove s’apriva l’uscio della cucina, per una scala a chiocciola laterale, e Garcia batteva i piedi d’impazienza, vedendo quanto dovean penare quegli uomini a portar giù le legna a bracciate. Visto che la cosa andava, a parer suo, troppo lenta, preso dalla furia, si chinò sotto il ventre d’uno di quegli asini, ed alzatolo di peso colla soma, afferrate le gambe d'avanti e di dietro come fosse un capretto, lo portò all’orlo di quel muricciuolo, e lo scaricò giù in un fascio, le legne sotto e l’asino sopra, a gambe per aria: e tornato col medesimo furore al secondo ed al terzo fece lo stesso giuoco, onde si vedeva sottosopra in quel fondo non molto largo, un monte di legne, e musi e orecchie e gambe di asini tutti pesti e scorticati che scalpitavano, e que’ garzoni spaventati che si davan da fare a liberarli, prender le legne e buttarle in cucina; ed il furore di Diego Garcia invase persino il cuoco che uscendo ajutava ancor esso, pur guardandosi sul capo di tempo in tempo per vedere se ancor seguitasse la pioggia degli asini, onde aver campo a schivarla; in un baleno le braciajuole de’ cammini furon provviste, e l’impulso dato così stranamente da Paredes fu tanto possente che ogni uomo faceva per tre. Com’ei si fu accertato che le cose andavan bene, scuotendosi d’indosso la polvere e non restando di brontolare, s’avviò a casa sua per rivestirsi, e trovò il cortile pieno della brigata che tornava dalla giostra. Consalvo, il duca di Nemours, le donne e i baroni erano giunti in tempo per vedere l’ultimo di questi asini sulle spalle di Diego Garcia, ed udito come stava la cosa, tutti ridendo e motteggiando diedero il passo al barone spagnuolo, e salendo nelle stanze preparate per la festa rimasero aspettando l’ora di porsi a tavola.