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annali d’anna. 75

sicurezza. La pose dentro un canestro, tra i panni suoi e le scatole di confetture che Donna Cristina inviava a Donna Veronica Monteferrante, abadessa del monastero di Santa Caterina.

Su l’alba Anna e Fra Mansueto si misero in cammino. Anna aveva su ’l principio il passo spedito, l’aspetto gaio: i capelli, già quasi tutti canuti, le si piegavano lucidi sotto il fazzoletto. Il frate zoppicava reggendosi a una mazza, e le bisacce vuote gli penzolavano dalle spalle. Come essi giunsero al bosco dei pini, fecero la prima sosta.

Il bosco, al mattino di maggio, ondeggiava immerso nel suo profumo natale, voluttuosamente, tra il sereno del cielo e il sereno del mare. I tronchi gemevano la ragia. I merli fischiavano. Tutte le fonti della vita parevano aperte su la transfigurazione della terra.

Anna sedette sopra l’erba; offerse al cappuccino pane e frutta; e si mise a discorrere della festività, ad intervalli, mangiando. La testuggine tentava con le zampe anteriori l’orlo del canestro, e la sua timida testa serpigna sporgeva e si ritraeva nelli sforzi. Poi che Anna l’aiutò a discendere, la bestia prese ad avanzare su ’l musco verso un cespuglio di mirto, con minor lentezza, forse