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34 annali d’anna.

di tratto in tratto la gran carcassa malcoperta di cuoio; su li occhi s’erano formate due cavità profonde, come due orbite vacue; e li occhi parevano due grosse bolle gonfie di siero. Quando l’asino udì le voci di Anna, tentò levarsi: il corpo gli traballava su le zampe e il collo gli si abbatteva giù dalle spalle acute e le orecchie gli penzolavano con i movimenti involontari e incomposti di un enorme giocattolo che avesse guaste le commessure. Un liquido mucoso gli colava dalle nari, talvolta allungandosi in filamenti sino ai ginocchi. Le chiazze nude nel pelame avevano il colore azzurrognolo e quasi cangiante della lavagna. I guidaleschi qua e là sanguinavano.

Anna, allo spettacolo, si sentì stringere da una angoscia pietosa; e, poichè ella per natura e per uso non provava alcuna repugnanza fisica in contatto della materia immonda, si accostò a toccare l’animale. Con una mano gli sorreggeva la mascella inferiore, con l’altra una spalla; e così tentava fargli muovere i passi, sperando in una qualche virtù dell’esercizio. L’animale prima esitava, squassato da nuovi sussulti di tosse; poi finalmente prese a camminare per la china dolce che scendeva al lido. Le acque, dinanzi, nella natività del giorno biancheggiavano; e i calafati verso