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324 | la guerra del ponte. |
‟Urrà! Urrà!”
Verso la Bandiera scorgevasi un luccichio di canne di fucile. Il sindachetto veniva a capo di un manipolo militare per liberar dal carcere il lanzichenecco, a fin di non incorrere nelle ire del Gran Nimico.
Subitamente la plebe, irritata, tumultuò; grida altissime si levarono contro quel vil liberatore di Castellammaresi.
Per tutta la via, dal lazzeretto alla città, fu un clamoroso accompagnamento di sibili e di contumelie. Al lume delle torce, la gazzarra durò fin che le voci non furon roche.
——
Dopo quel primo impeto, la rivolta si andò svolgendo a mano a mano con nuove peripezie. Tutte le botteghe si chiusero. Tutti i cittadini si raccolsero su la strada, ricchi e poveri, in famigliarità, presi da una furiosa smania di parlare, di gridare, di gesticolare, di manifestare in mille diversi modi un unico pensiero.
Ad ogni tratto giungeva un tribuno recando una notizia. I gruppi si scioglievano, si ricomponevano, variavano, secondo le correnti delle opinioni. E, poichè su tutte le teste la libertà del giorno era vitale e i sorsi dell’aria leti-