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il martirio di gialluca. 297

un vero medico operare su ’l fianco di Giovanni Margadonna, in un caso simile. Il medico tagliò, poi strofinò con pezzi di legno intinti in un liquido fumante, bruciò così la piaga. Levò con una specie di cucchiaio la carne arsa che somigliava fondiglio di caffè. E Margadonna fu salvo.

Massacese ripeteva, quasi esaltato, come un cerusico feroce:

‟S’ha da tajià! S’ha da tajià!”

E faceva l’atto del taglio, con la mano, verso l’infermo.

Cirù fu del parere di Massacese. I due Talamonte anche convennero. Ferrante La Selvi scoteva il capo.

Allora Cirù fece a Gialluca la proposta. Gialluca si rifiutò.

Cirù, in un impeto brutale ch’egli non potè trattenere, gridò:

‟Muòrete!”

Gialluca divenne più pallido e guardò il compagno con due larghi occhi pieni di terrore.

Cadeva la notte. Il mare nell’ombra pareva che urlasse più forte. Le onde luccicavano, passando nella luce gittata dal fanale di prua. La terra era lontana. I marinai stavano afferrati a una corda per resistere contro i marosi. Ferrante go-