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la siesta. 117

figlio. Prima che il vecchio morisse, ella voleva conoscere il segreto.

Camminò lungo i muri, tutta raccolta, come per non farsi vedere. Le strade erano piene di gente; l’ultimo chiarore del tramonto faceva rosee le case; tra una casa e l’altra un giardino appariva tutto violaceo di lilla in fiore. Voli di rondini, rapidi e circolari, s’intrecciavano nel cielo luminoso. Frotte di bambini passavano a corsa, con grida e con richiami. Talvolta passava una femmina incinta, a braccio del marito; e l’ombra della sua gonfiezza si disegnava su ’l muro.

Donna Laura pareva incalzata da tutta quella gioconda vitalità delle cose e delle persone. Ella affrettava il passo, fuggiva. Li splendori vari delle vetrine, delle botteghe aperte, dei caffè le davano alli occhi un senso acuto di dolore. A poco a poco una specie di stordimento le occupava la testa; una specie di sbigottimento le prendeva lo spirito. — Che faceva? Dove andava? — In quel disordine della conscienza, le pareva quasi di commettere una colpa; le pareva che tutti la guardassero, la indagassero, indovinassero il suo pensiero.

Ora la città s’invermigliava alli ultimi rossori del sole. Qua e là, dentro le cantine, i cori del vino si levavano.