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notturno 87

rano intorno alla commettitura del piombo.

S’ode il rugghio della fiamma che il saldatore dirige.

Ogni altro rumore è abolito.

Non v’è che il silenzio e quella voce.

Diventa ritmica, talvolta: rammenta il battito di un motore.

Il fuoco dardeggiato suggella l’eternità. Il tempo è infinito.

A ogni breve sosta del saldatore, si pensa: «Ecco, è fatto». Ma il rugghio non s’arresta.

L’uomo si asciuga il sudore col dorso della mano, e prosegue. L’altro esamina il lato già saldato, chinando la guancia su la commettitura, guardando di sghembo. Trova il fallo: avverte il compagno, che si riavvicina e sfrega.

È il secondo stadio dell’allontanamento.

Il cadavere è omai separato da me, è chiuso, è solo, è già della