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La cassa aperta sta sul pavimento, parallela al lettuccio. È foderata di piombo; riposa su piedi dorati.

Mi tengo il mento per impedire che i miei denti battano.

I quattro marinai sollevano il lenzuolo.

La spoglia si scompone. Vedo le mani congiunte disgiungersi, i piedi fasciati vacillare, la testa tendersi al peso inerte, le braccia dei marinai contrarsi, i due uomini della cassa, i due operai mortuarii, da capo e da piede, regolare la deposizione, indifferenti, come si trattasse di una derrata.

Per qualche attimo i corpi curvi dei marinai mi impediscono la vista del cadavere.

I due uomini guidano il gruppo con parole sommesse. «Più qua, più là. Così. Ora giù. Così. La misura è giusta, per l’appunto!»

La misura è giusta: il corpo entra nella cassa esattamente. I piedi fa-