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68 | notturno |
L’uniforme ha un odore di morte, mi sembra. Lo stesso odore è nella mia biancheria. Mi spoglio di tutto. Entro nel bagno caldo. Qualcosa del cadavere è in me? Penso sùbito se abbiano lavato il corpo ferito, prima di rivestirlo.
Sentimento di deserto, di desolazione, nella casa.
Ricordi della vita lieve.
Il suo piacere delicato davanti al mio piccolo Watteau, il suo sorriso di Mandarino quando gli dicevo un’imagine concisa d’un poeta dell’Estremo Oriente.
Renata viene. È pallida. Non ha dormito. M’interroga. Le racconto.
Bisogna che io torni a Sant’Anna per mezzogiorno. Ordino una corona, alcuni mazzi di rose.
Renata vuol venire con me.
Non mangiamo quasi nulla. Il canotto è alla riva. Partiamo.
Venezia in cenere. La morte per tutto.