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notturno 65


La guardia dei marinai si cambia, ogni due ore. Essi sono quasi tutti belli, grandi, severi, con un’espressione nobilissima di dolore. Hanno la cintura di cuoio, la cartucciera. Sono vestiti di blu scuro, col collare azzurro chiaro, col berretto di panno.

Scoccano le cinque. L’altana prossima grida, le altane lontane rispondono.

Lo sciacquìo continua.

Ho i piedi gelati sul pavimento nudo. Ho il gelo in tutte le ossa.


Mi alzo; vado a gettarmi sopra un letto in una camera del primo piano.

Un marinaio mi accompagna per i corridoi pieni d’ombra. Davanti alla porta della stanza un timoniere dorme, seduto, col braccio sul dossale della sedia e la faccia nella piegatura del gomito.

Entro. La stanza è bianca. Il letto è bianco.

Una lampada elettrica è accesa so-