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60 notturno


Gli scoppii del motoscafo. La lancia che s’allontana.

Ecco Manfredi Gravina, ecco Alberto Blanc. Non mi muovo. Un marinaio mette sotto le mie ginocchia un cuscino nero, il cuscino dell’inginocchiatoio.

È venuta la notte. Sento il primo grido delle altane: «Per l’aria buona guardia!» Penso a Renata, penso ai fiori ch’ella ha messo nei nostri vasi per lui.

Mi levo. Esco sul pontile.

La luna d’oro splende nel cielo, bassa, di contro a me.

Scendo nel canotto, ripasso pel canale.

Il muro dei Giardini, la ripa con gli alberi brulli, la nera navata del pallone.

Genua mi accompagna, per prendere i pacchi che avevo preparati e per consegnarli ad Alberto Blanc che doveva portarli a Roma.

Ho con me la morte, l’odore della