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56 notturno


L’aspetto di un principe indiano col turbante bianco.

Le mani conserte sul petto, giallastre.

I due piedi fasciati di garza bianca.

Il piede destro è rotto. Il pollice di una mano è rotto. Una gamba è rotta. Alcune costole son rotte.

Ha la giacca azzurra coi bottoni d’oro, quella di ieri.

Vogliono trascinarmi via. Mi rifiuto.

Resto in ginocchio. Prego di lasciarmi solo.

Quando sono solo, mi chino sopra il morto, lo chiamo più volte. Le lacrime gli piovono sul viso. Non risponde, non si muove.

Ricado in ginocchio.

I romori del giorno.

Il pulsare dei motoscafi nel canale.

Il tonfo dei passi sul tavolato.

Un marinaio entra con un fascio di ceri: mette i quattro ceri agli angoli del lettuccio.