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44 notturno


Quel marinaio è di Siracusa. Parlavamo del sole, del caldo, degli aranci, dei mandorli in fiore, di Taormina. Rivedevo le Latomie, il Teatro, la Venere, l’Ariete...


Ci alziamo per andarcene. Beppino mi accompagna. La sera egli è di guardia. Parliamo della solitudine, del riposo che è nella solitudine.

Andrà a letto presto, dormirà molto.

Anche noi, io e Renata, saremo soli; perché non accettiamo l’invito di Alberto alla trattoria, non potendo l’amico nostro venire.

A traverso i barconi, accompagnato sempre da lui, scendo nel motoscafo con Manfredi, con Alberto, con Gigi Bresciani, che sembra pensieroso.

Beppino è contento di venire domani a pranzo con me, all’ultima cena, prima del volo senza ritorno...

«Or ceniamo e trinchiamo, compagno. Domani sarem pasto di pesci.»