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492 | notturno |
pitando come quando feci la prima prova.
Seguono la mia mano gli occhi che videro Luigi Bàilo morente distendersi nella passerella tra i due serbatoi di rame e dalla celata di Alfredo Barbieri prono sul bordo partirsi la spruzzaglia miracolosa nella rapina del vento.
«Prendi. Guarda se ti riesce di leggere quel che ho scritto.»
L’eroe prende il cartiglio, si alza, si accosta alla finestra socchiusa, fa l’atto di decifrare. Esita.
Da quali fosse, da quali tombe a noi viene questo silenzio?
Le sue mani tremano un poco, di sotto al suo profilo aquilino.
Legge, con la stessa voce velata che aveva su quel lettuccio da campo.
«Ma se ci fosse una morte anche più bella?»