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notturno | 491 |
scompare. Sommerso resta. Lascia che sul suo sacrifizio oscuro e silenzioso passi il fiume della Patria.»
Di dove a noi viene questo silenzio?
Scorre come quel fiume dove quell’uomo si prosterna.
A poco a poco il mio cuore si placa.
La mano del mio compagno è nella mia mano, posata su la proda.
«Che sono tutte queste liste di carta a fasci?» egli chiede vedendo sparse sul letto le foglie sibilline.
«Mi servono a scrivere nel buio i miei sogni, linea per linea.»
Egli si meraviglia: e nella meraviglia il suo sorriso trova una freschezza inattesa.
«E come scrivi?»
«Così.»
Prendo la tavoletta, e la poso in declivio su le ginocchia leggermente sollevate. Prendo un cartiglio bianco, lo distendo, e scrivo, ripal-