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490 | notturno |
dolorosamente il suo terreno povero su la riva del fiume. Il suo paese è in guerra. Il suo paese è invaso. Egli seminerà per la fame dei combattenti.
Fin dal mattino egli vede i suoi passare il guado, cercare lo scampo dall’altra banda per radunarsi e riordinarsi e riarmarsi alla resistenza.
Sopraggiungono gli inseguitori. Sopraggiungono i cavalieri minacciosi, e domandano al contadino che indichi il guado.
Egli si china su la sua vanga. Non risponde.
Rinnovano essi il comando.
Taglia la gleba. Non fa motto.
Allora lo pigliano, e gli legano le braccia dietro la schiena, e lo spingono alla riva, e gli dicono: «Passerai tu primo l’acqua, davanti a noi.»
Il punto del guado è quello.
Egli entra nell’acqua. Incomincia a piegare i ginocchi per mostrare che cresce l’altezza. Poi cammina coi ginocchi sul fondo. Poi s’accoscia e