Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
notturno | 485 |
mi parlava dal fondo del letto ma dalla profondità del sacrifizio.
Parlava basso. Anche oggi parla basso.
Son passate nove settimane o nove secoli?
Questo eroe ignora le sue trasfigurazioni in me incendiato. Se io gli dessi a leggere quel mio primo cartiglio sibillino, non comprenderebbe.
«O sorella, perché due volte m’hai deluso?»
Viene dal riposo. Viene dalla convalescenza. Capua gli ha dato i suoi ozii e i suoi onori. Non è ancor guarito. L’angoscia di Gonàrs gli scava tuttavia lo stomaco. Nelle occhiaie cave gli occhi sono come oliati e mandano un lucore assiduo, quasi che si rifletta tuttavia in essi la rapidità della via celeste accesa dalle faville di sangue. E sono solitarii, fissi tra le ciglia senza battito. Sono solitarii come quelli che si allungano fra tempia e tempia dei martiri alli-